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Fluibron Sciroppo Tosse Secca - Flacone 200 ml
Fluibron Sciroppo Tosse Secca è utile nella terapia sintomatica della tosse.
Fluibron Sciroppo Tosse Secca - Bugiardino
Cos'è Fluibron Sciroppo Tosse Secca:
Fluibron Sciroppo Tosse Secca è un farmaco da banco utile nella terapia sintomatica della tosse.
Cosa contiene Fluibron Sciroppo Tosse Secca:
100 ml di soluzione contengono:
Principio attivo: Levodropropizina 600 mg.
Eccipienti: Saccarosio, metil-para-idrossibenzoato, propil-para-idrossibenzoato, acido citrico monoidrato, sodio idrossido, aroma cherry, acqua depurata.
Indicazioni terapeutiche:
Terapia sintomatica della tosse.
Controindicazioni:
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
La somministrazione del farmaco deve essere evitata nei pazienti con broncorrea e con ridotta funzionalità mucociliare (sindrome di Kartagener, discinesia ciliare).
Gravidanza e allattamento.
Non somministrare a bambini di età inferiore a 2 anni.
Posologia:
Nella confezione è annesso un bicchiere dosatore con tacche corrispondenti a 3, 5 e 10 ml.
Per aprire la confezione è necessario premere con forza il tappo e ruotare contemporaneamente in senso antiorario.
Adulti: 10 ml di sciroppo fino a 3 volte al giorno ad intervalli di almeno 6 ore.
Bambini: 10-20 kg 3 ml 3 volte al giorno; 20-30 kg 5 ml 3 volte al giorno.
Il trattamento dovrebbe essere continuato fino alla scomparsa della tosse o secondo la prescrizione del medico.
Tuttavia, se dopo 2 settimane di terapia la tosse dovesse ancora essere presente, è consigliabile interrompere il trattamento e chiedere consiglio al medico.
Infatti la tosse è un sintomo e andrebbe studiata e trattata la patologia causale.
Non somministrare a bambini di età inferiore a 2 anni.
Avvertenze:
L'osservazione che i profili farmacocinetici della levodropropizina no sono marcatamente alterati nell'anziano suggerisce che correzioni di dose o modifiche degli intervalli tra le somministrazioni possono non essere richiesti nella terza età.
In ogni caso, alla luce dell'evidenza che negli anziani la sensibilità a vari farmaci è alterata, speciale cautela dovrebbe essere usata quando levodropropizina è somministrata a pazienti anziani.
Si consiglia di usare cautela nei pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina al di sotto di 35 ml/min).
Si consiglia di usare cautela anche in caso di contemporanea assunzione di farmaci sedativi in individui particolarmente sensibili.
I farmaci antitosse sono sintomatici e devono essere usati solo in attesa della diagnosi della causa scatenante e/o dell'effetto della terapia della patologia sottostante.
In assenza di informazioni sull'effetto dell'assunzione di cibo sull'assorbimento del farmaco, è con sigliabile assumere il farmaco lontano dai pasti.
Contiene metil paraidrossibenzoato e propil para-idrossibenzoato.
Possono causare reazioni allergiche (anche ritardate).
Questi eccipienti sono noti per la possibilità di causare orticariadermatite da contatto e raramente reazioni immediate con manifestazione di broncospasmo.
Contiene saccarosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosiogalattosio, o da insufficienza di sucrasi isomaltasi, non devono assumere questo medicinale.
Da tenere in considerazione per la somministrazione a soggetti affetti da diabete mellito.
Contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè è praticamente "senza sodio".
Interazioni:
Gli studi di farmacologia animale hanno dimostrato che levodropropizina non potenzia l'effetto farmacologico di sostanze attive sul sistema nervoso centrale (es. benzodiazepine, alcool, fenitoina, imipramina).
Nell'animale il prodotto non modifica l'attività di anticoagulanti orali, quali la warfarina e neppure interferisce sull'azione ipoglicemizzante dell'insulina.
Negli studi di farmacologia umana l'associazione con benzodiazepina non modifica il quadro EEG.
E' necessario tuttavia usare cautela in caso di contemporanea assunzione di farmaci sedativi in individui particolarmente sensibili.
Dagli studi clinici non risulta alcuna interazione con farmaci usati nel trattamento di patologie broncopolmonari quali beta2-agonisti, metilxantine e derivati, corticosteroidi, antibiotici, mucoregolatori e antistaminici.
Effetti indesiderati:
La maggior parte delle reazioni avverse non è grave e i sintomi si sono risolti con la sospensione della terapia e, in alcuni casi, con trattamento farmacologico specifico.
Le reazioni avverse riscontrate, tutte molto rare (incidenza <1/10.000) sono le seguenti.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: orticaria, eritema, esantema, prurito , angioedema, reazioni cutanee. E' stato segnalato un singolo caso di epidermolisi con esito fatale.
Patologie gastrointestinali: dolore gastrico e addominale, nausea, vomito, diarrea. Sono stati riportati due casi singoli rispettivamente di glossite e stomatite aftosa. E' stato segnalato un caso di epatite colestatica ed un caso di coma ipoglicemico in una paziente anziana trattata concomitantemente con ipoglicemizzanti orali.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: reazioni allergiche e anafilattoidi, malessere generale. Sono stati riportati casi singoli rispettivamente di edema generalizzato, sincope e astenia.
Patologie del sistema nervoso: capogiro, vertigini, tremori, parestesia. E' stato riportato un singolo caso di convulsione tonico-clonica e un caso di attacco di piccolo male.
Patologie cardiache: palpitazioni, tachicardia, ipotensione. E' stato riportato un caso di aritmia cardiaca (bigeminismo atriale).
Disturbi psichiatrici: nervosismo, sonnolenza, senso di spersonalizzazione.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: dispnea, tosse, edema del tratto respiratorio.
Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo: astenia e debolezza degli arti inferiori. Sono stati riportati pochi casi di edema palpebrale, la maggior parte dei quali da riferirsi ad edema angioneurotico, considerando la presenza concomitante di orticaria. E' stato riportato un caso singolo di midriasi e un caso di perdita della capacità visiva bilaterale. In entrambi i casi la reazione si è risolta dopo la sospensione del farmaco. E' stato segnalato un singolo caso di sonnolenza, ipotonia e vomito in un neonato dopo assunzione di levodropropizina da parte della madre nutrice. I sintomi sono comparsi dopo la poppata e si sono risolti spontaneamente sospendendo per alcune poppate l'allattamento al seno. Solo occasionalmente alcune reazioni avverse hanno avuto carattere di gravità. Queste includono alcuni casi di reazioni cutanee (orticaria, prurito), il caso di aritmia cardiaca, già menzionato più sopra, il caso di coma ipoglicemico, nonchè alcuni casi di reazioni allergiche/anafilattoidi che hanno coinvolto edema, dispnea, vomito, diarrea.
Un singolo caso di epidermolisi, manifestatosi all'estero in una paziente anziana politrattata, ha avuto esito fatale.
Segnalare qualsiasi reazione avversa so spetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.
Gravidanza e allattamento:
Tuttavia, poichè negli studi tossicologici nell'animale alla dose di 24 mg/kg si è osservato un lieve ritardo nell'aumento di peso corporeo e nella crescita e poichè levodropropizina è in grado di superare la barriera placentare nel ratto, l'uso del farmaco è controindicato nelle donne che intendono diventare o sono già gravide poichè la sua sicurezza d'impiego non è documentata.
Gli studi nel ratto indicano che il farmaco si ritrova nel latte materno fino ad 8 ore dalla somministrazione.
Perciò l'uso del farmaco durante l'allattamento è controindicato.
Gli studi di teratogenesi, riproduzione e fertilità così come quelli peri e post natali non hanno rivelato effetti tossici specifici.
Formato:
Flacone da 200 ml.