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Buscopan Compositum - 20 Compresse Rivestite
Buscopan Compositum in Compresse Rivestite è utile nel trattamento dei dolori parossistici nelle affezioni del tratto gastrointestinale.
Buscopan Compositum 10 mg N-butilbromuro di joscina + 500 mg Paracetamolo - Bugiardino
Cos'è Buscopan Compositum:
Buscopan Compositum in Compresse Rivestite è un farmaco di automedicazione è utile nel trattamento dei dolori parossistici nelle affezioni del tratto gastrointestinale.
Cosa contiene Buscopan Compositum:
Principio attivo: N-butilbromuro di joscina 10 mg, Paracetamolo 500 mg.
Eccipienti: Nucleo: cellulosa microcristallina, carmellosa sodica, amido di mais, etilcellulosa, silice colloidale, magnesio stearato. Rivestimento: ipromellosa, poliacrilati, titanio biossido, macrogol 6000, talco, silicone-agente antischiuma.
Indicazioni terapeutiche:
Dolori parossistici nelle affezioni del tratto gastrointestinale, dolori a carattere spastico, discinesie del tratto urinario e biliare, dismenorrea.
Posologia:
La seguente posologia è consigliabile per gli adulti, salvo diversa prescrizione medica: 1-2 compresse 3 volte al giorno.
Non superare le 6 compresse al giorno.
Le compresse non devono essere masticate, ma inghiottite intere con una quantità sufficiente di acqua.
Durata del trattamento: non deve essere assunto per più di tre giorni se non in seguito a prescrizione medica.
Popolazione pediatrica: l'uso non è raccomandato nei bambini al di sotto di 10 anni di età.
La contemporanea somministrazione di altri farmaci contenenti paracetamolo, può richiedere un aggiustamento posologico.
Controindicazioni:
Non utilizzare in caso di: ipersensibilità ai principi attivi, ad antiinfiammatori non steroidei o ad uno qualsiasi degli eccipienti; glaucoma ad angolo acuto; ipertrofia prostatica o altre cause di ritenzione urinaria; stenosi pilorica ed altre condizioni stenosanti il canale gastroenterico, ileo paralitico, colite ulcerosa, megacolon; esofagite da reflusso; atonia intestinale dell'anziano e dei soggetti debilitati ; miastenia grave; età pediatrica; i prodotti a base di paracetamolo sono controindicati nei pazienti con manifesta insufficienza della glucosio-6-fosfato deidrogenasi ed in quelli affetti da grave anemia emolitica; grave insufficienza epatocellulare (Child - Pugh C). L'uso è controindicato in caso di rare condizioni ereditarie che possono essere incompatibili con un eccipiente del prodotto.
Avvertenze:
Il medicinale non deve essere assunto per più di 3 giorni se non indicato dal medico.
Invitare il paziente a rivolgersi al medico se il dolore persiste o peggiora, se si verificano nuovi sintomi, o se insorge rossore o gonfiore perchè questi potrebbero essere sintomi di una grave condizione.
Nel caso di dolore addominale grave di origine sconosciuta che persista, peggiori o sia accompagnato da sintomi quali febbre, nausea, vomito, alterazione dei movimenti intestinali, addome disteso , calo della pressione arteriosa, svenimento o sangue nelle feci, rivolgersi immediatamente al medico.
Per prevenire il sovradosaggio, ci si deve assicurare che altri farmaci eventualmente assunti contemporaneamente non contengano paracetamolo.
Può insorgere danno epatico se il dosaggio raccomandato per paracetamolo è superato.
Usare con cautela in caso di: insufficienza da glucosio-6-fosfato deidrogenasi; disfunzione epatica (es. a causa dell'abuso cronico di alcol, epatiti); funzione renale compromessa; sindrome di Gilbert; insufficienza epatocellulare (Child - Pugh A/B). Somministrare con cautela nei soggetti con insufficienza renale od epatica.
In tali condizioni deve essere somministrato solo sotto controllo medico, se necessario, riducendo la dose o prolungando l'intervallo tra le singole somministrazioni.
La conta ematica e la funzionalità renale ed epatica devono essere monitorate dopo l'uso prolungato.
Il largo uso di analgesici, specialmente ad alte dosi, può indurre cefalea che non deve essere trattata con dosi aumentate di medicinale.
Gravi reazioni di ipersensibilità acuta (es. shock a nafilattico) sono osservate molto raramente.
Il trattamento deve essere sospeso ai primi segni di una reazione di ipersensibilità in seguito alla somministrazione del farmaco.
Una brusca interruzione degli analgesici dopo un uso prolungato ad alte dosi può causare sintomi da astinenza (es. cefalea, stanchezza, nervosismo), che solitamente si risolvono entro pochi giorni.
La riassunzione di analgesici deve essere su bordinata al consiglio medico, e alla remissione dei sintomi da astinenza.
A causa del potenziale rischio di complicazioni anticolinergiche, si deve usare con cautela nei pazienti predisposti al glaucoma ad angolo chiuso, nei pazienti soggetti ad ostruzioni delle vie intestinali o urinarie ed in quelli inclini alla tachiaritmia con turbe del sistema nervoso centrale autonomo, nelle tachiaritmie, nell'ipertensione arteriosa, nell'insufficienza cardiaca congestizia e nell'ipertiroidismo.
Tutti gli antimuscarinici riducono il volume delle secrezioni bronchiali; pertanto essi debbono essere impiegati con cautela nei soggetti con affezioni infiammatorie croniche ostruttive dell'apparato respiratorio.
Durante il trattamento con paracetamolo prima di assumere qualsiasi altro farmaco controllare che non contenga lo stesso principio attivo, poichè se il paracetamolo è assunto in dosi elevate si possono verificare gravi reazioni avverse.
Invitare il paziente a contattare il medico prima di associare qualsiasi altro farmaco.
Le compresse contengono 4,32 mg di sodio per compressa.
Da tenere in considerazione nei pazienti che seguono una dieta a contenuto di sodio controllato.
Interazioni:
Usare con estrema cautela e sotto stretto controllo durante il trattamento cronico con farmaci che possono determinare l'induzione delle monossigenasi epatiche o in caso di esposizione a sostanze che possono avere tale effetto (per esempio rifampicina, cimetidina, antiepilettici quali glutetimmide, fenobarbital, carbamazepina).
La stessa situazione si verifica con sostanze potenzialmente epatotossiche e con l'abuso di alcool.
La somministrazione concomitante di cloramfenicolo può indurre un prolungamento dell'emivita del cloramfenicolo, con il rischio di elevarne la tossicità.
Poichè non è ancora stata accertata la rilevanza clinica delle interazioni del paracetamolo con la warfarina e i derivati cumarinici, l'assunzione a lungo termine nei pazienti in corso di terapia con anticoagulanti orali dovrebbe avvenire solo sotto controllo medico.
L'uso concomitante di paracetamolo e zidovudina (AZT o retrovir) aumenta la tendenza a ridurre i leucociti (neutropenia).Quindi deve essere assunto insieme con zidovudina solo sotto controllo medico.
L'assunzione di probenecid inibisce il legame del paracetamolo all'acido glucuronico, riducendo di conseguenza la clearance del paracetamolo approssimativamente di un fattore pari a 2.
La dose di paracetamolo deve pertanto essere ridotta durante la somministrazione concomitante con il probenecid.
La colestiramina riduce l'assorbimento del paracetamolo.
La somministrazione di paracetamolo può interferire con l a determinazione della uricemia (mediante il metodo dell'acido fosfotu ngstico) e con quella della glicemia (mediante il metodo della glucosi o-ossidasi-perossidasi).
L'effetto anticolinergico di medicinali come antidepressivi tri e tetraciclici, antistaminici, antipsicotici, chinidina, amantadina, disopiramide e altri anticolinergici (es. tiotropio, ipratropio, sostanze simili all'atropina) può essere potenziato dal farmaco.
Il trattamento concomitante con antagonisti della dopamina, come la metoclopramide, può determinare una riduzione dell'effetto di entrambi i farmaci sul tratto gastrointestinale.
La tachicardia indotta da farmaci beta-adrenergici può essere potenziata dal prodotto.
Gli effetti tachicardici degli agenti beta-adrenergici possono essere intensificati dal medicinale.
In aggiunta per impiego orale: i farmaci che rallentano lo svuotamento gastrico (es. propantelina) possono ridurre la velocità di assorbimento del paracetamolo, ritardandone l'effetto terapeutico; al contrario, i farmaci che aumentano la velocità di svuotamento gastrico (es. metoclopramide) comportano un aumento nella velocità di assorbimento del paracetamolo.
Effetti indesiderati:
Frequenze reazioni avverse: molto comune >= 1/10; comune >= 1/100 < 1/ 10; non comune >= 1/1.000 < 1/100; raro >= 1/10.000 < 1/1.000; molto r aro < 1/10.000; non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: pancitopenia, agranulocitosi, trombocitopenia, leucopenia.
Disturbi del sistema immunitario, patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: reazioni cutanee, sudorazione anormale, prurito, nausea; raro: eritema, diminuzione della pressione arteriosa incluso shock; non nota: shock anafilattico, reazioni anafilattiche, reazione cutanea da farmaco, dispnea, ipersensibilità, angioedema, orticaria, rash cutaneo, esantema. Con l'uso di paracetamolo sono stati riportati casi molto rari di gravi reazione cutanee (quali sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (TEN), e pustolosi esantematica generalizzata (AGEP)).
Patologie cardiache. Raro: tachicardia.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non nota: spasmi della muscolatura bronchiale (soprattutto in pazienti con una storia di asma bronchiale o allergia).
Patologie gastrointestinali. Non comune: secchezza della bocca.
Patologie epatobiliari. Non nota: aumento delle transaminasi.
Patologie renali e urinarie. Non nota: ritenzione urinaria.
Con l'uso di paracetamolo sono stati segnalati casi di eritema multiforme.
Sono state segnalate reazioni di ipersensibilità quali ad esempio angioedema, edema della laringe.
Inoltre sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: anemia, alterazioni della funzionalità epatica ed epatiti, alterazioni a carico del rene (insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale, ematuria, anuria), reazioni gastrointestinali e vertigini.
Sono stati segnalati anche sonnolenza, midriasi, turbe dell'accomodazione, aumento del tono oculare, stipsi e difficoltà della minzione.
Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.
Gravidanza e allattamento:
Non ci sono dati adeguati sull'uso durante la gravidanza.
La lunga esperienza con le due sostanze in monoterapia ha indicato un'evidenza insufficiente di effetti avversi durante la gravidanza nella donna.
Dopo l'uso dell'N-butilbromuro di joscina, studi pre-clinici in ratti e conigli non hanno mostrato nè effetti embriotossici nè teratogenici.
Durante la gravidanza dati potenziali sul sovradosaggio del paracetamolo non hanno mostrato aumento del rischio di malformazioni.
Studi di riproduzione per investigare l'uso orale non hanno mostrato segni che suggeriscono malformazioni di fetotossicità.
In condizioni normali d'uso , il paracetamolo può essere assunto durante la gravidanza dopo un attento esame del rapporto rischio-beneficio.
Durante la gravidanza, il paracetamolo non deve essere assunto per periodi prolungati, ad alte dosi, o in combinazione con altri medicinali poichè la sicurezza non è stata confermata in tali casi.
Pertanto, non è raccomandato durante la gravidanza.
La sicurezza dell'N-butilbromuro di joscina durante l'allattamento non è ancora stata stabilita.
Il paracetamolo è escreto nel latte materno.
Tuttavia è prevedibile che a dosi terapeutiche non determini effetti indesiderati nel neonato.
La decisione di continuare o sospendere l'allattamento o di continuare o sospendere la terapia con il farmaco deve essere presa considerando i benefici dell'allattamento al seno per il bambino ed i benefici della terapia con il farmaco per la madre.
Non sono stati condotti studi sugli effetti sulla fertilitaà nell'uomo.
Formato:
Confezione da 20 compresse rivestite.