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Flectorgo 25 mg Diclofenac - 10...
Marchio: Ibsa-Bouty
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Flectorgo 25 mg Diclofenac - 10 Capsule Molli

Flectorgo 25 mg Capsule Molli è utile nel trattamento sintomatico del dolore di varia origine e natura.

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Flectorgo 25 mg Diclofenac in Capsule Molli - Bugiardino

Cos'è Flectorgo 25 mg Capsule Molli:

Flectorgo 25 mg Diclofenac in Capsule Molli è un farmaco da banco utile nel trattamento del dolore di varia origine e natura

Cosa contiene Flectorgo 25mg Capsule Molli:

Principio attivo: diclofenac sotto forma di 30,76 mg di diclofenac epolamina equivalenti a 25 mg di diclofenac potassico.
Eccipienti:
Contenuto della capsula: Macrogol 600, glicerolo anidro, acqua purificata.
Capsula: gelatina, glicerolo anidro, sorbitolo liquido, parzialmente disidratato (E420), acqua purificata, idrossipropilbetadex sodio idrossido.

Indicazioni terapeutiche:

Per il trattamento sintomatico a breve termine di: dolore da lieve a moderato (quali cefalea, mal di denti, dolori mestruali, dolori reumatici e dolori muscolari)

Posologia:

Gli effetti indesiderati possono essere ridotti al minimo somministrando la minima dose efficace per la minima durata necessaria per controllare i sintomi.
Per le capsule da 25 mg.
Se non diversamente prescritto, adulti e adolescenti di età superiore ai 14 anni devono iniziare con 1 capsula molle e continuare successivamente con 1 capsula molle ogni 4 - 6 ore, al bisogno. In ogni caso, non si devono assumere più di 3 capsule molli (equivalenti a 75 mg di diclofenac potassico) nell'arco di 24 ore.
Il farmaco deve essere assunto per un breve periodo di tempo.
La durata del trattamento deve essere di 3 giorni.
Se i sintomi persistono o peggiorano, consultare un medico.
Popolazione pediatrica.
L'uso del farmaco non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 14 anni di età.
Anziani
Non è necessario nessun aggiustamento particolare del dosaggio.
In considerazione del profilo di effetti indesiderati possibili, gli anziani devono essere monitorati con particolare attenzione.
Danno renale
Diclofenac è contro indicato nei pazienti con danno renale grave.
Non è necessaria nessun a riduzione della dose nei pazienti con funzionalità renale ridotta da lieve a moderata.
Si consiglia cautela quando si somministra diclofenac ai pazienti con danno renale da lieve a moderato.
Compromissione epatica
Diclofenac è controindicato nei pazienti con compromissione epatica grave.
Non è necessaria nessuna riduzione della dose nei pazie nti con funzionalità epatica da lieve a moderata.
Si consiglia cautela quando si somministra diclofenac ai pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata.
Modo di somministrazione
Le capsule molli de vono essere deglutite intere con un sorso d'acqua.
La velocità di assorbimento di diclofenac è ridotta quando il farmaco è assunto con il cibo. Si raccomanda pertanto di non assumere le capsule molli durante o immediatamente dopo i pasti.

Controindicazioni:

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Ulcera gastrica o intestinale attiva, sanguinamento o perforazione .
Alterazioni di origine sconosciuta dell'emopoiesi.
Storia di sanguinamento o perforazione gastrointestinale, correlati a una terapia precedente con FANS.
Storia di ulcera/emorragia peptica ricorrente (due o più episodi distinti di ulcerazione o sanguinamento accertato).
Insufficienza cardiaca congestizia conclamata (classe II-IV dell'NYHA), cardiopatia ischemica, arteriopatia periferica e/o vasculopatia cerebrale.
Ultimo trimestre di gravidanza.
Insufficienza epatica, renale o cardiaca grave.
Come gli altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), diclofenac è controindicato inoltre nei pazienti nei quali l'acido acetilsalicilico o altri FANS scatenano attacchi di broncospasmo, asma , orticaria o rinite acuta.

Avvertenze:

Gli effetti indesiderati possono essere ridotti al minimo somministrando la minima dose efficace per la minima durata necessaria per controllare i sintomi.
Evitare l'uso concomitante con altri FANS a causa dell a mancanza di qualsiasi evidenza che dimostri benefici sinergici e della possibilità di effetti indesiderati aggiuntivi.
Cautela negli anzi ani, in particolare si raccomanda l'utilizzo della minima dose efficace nei pazienti anziani fragili o in quelli con un basso peso corporeo.
Con diclofenac, in casi rari, si possono verificarsi reazioni allergiche, comprese reazioni anafilattiche/anafilattoidi, anche senza una precedente esposizione al medicinale.
Il diclofenac può mascherare i segni e i sintomi di infezione a causa delle sue proprietà farmacodinamiche.
Durante il trattamento con diclofenac, sono state riportate e possono comparire in qualsiasi momento, sanguinamento, ulcerazione o perforazione gastrointestinali, che possono essere fatali, con o senza sintomi di avvertimento o precedente storia di gravi eventi gastrointestinali.
Esse hanno in genere conseguenze più gravi negli anziani.
Se in pazienti in terapia con diclofenac compaiono sanguinamento o ulcerazione gastrointestinali, interrompere il medicinale.
Obbligatoria con diclofenac una stretta sorveglianza medica e particolare cautela nel prescriverlo a pazienti con sintomi indicativi di disordini gastrointestinali o con una storia indicativa di ulcerazioni, sanguinamento o perforazione gastriche o intestinali.
Il rischio di sanguinamento GI è più alto con dosi aumentate di FANS e in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione.
Gli anziani hanno una frequenza maggiore di reazioni avverse ai FANS, soprattutto sanguinamento e perforazione gastrointestinali che possono essere fatali.
Per ridurre il rischio di tossicità GI in pazienti con una storia di ulcera, in particolare se complicata da emorragia o perforazione, e negli anziani, iniziare e mantenere il trattamento con la minima dose efficace.
Considerare l'uso concomitante di agenti protettori per questi pazienti e anche per pazienti che richiedono l'uso concomitante di medicinali contenenti basse dosi di acido acetilsalicilico o altri farmaci che possono aumentare il rischio gastrointestinale.
Pazienti con storia di tossicità GI, in particolare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo addominale inusuale.
Cautela in pazienti che assumono medicinali concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o sanguinamento, come corticosteroidi sistemici, anticoagulanti, agenti antiaggreganti o inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.
Esercitare una stretta sorveglianza medica anche con colite ulcerosa o morbo di Crohn poichè tali condizioni possono essere esacerbate.
Necessaria stretta sorveglianza medica con diclofenac in pazienti affetti da insufficienza epatica, in quanto la loro condizione può essere esacerbata.
Con diclofenac, possono aumentare i valori di uno o più enzimi epatici.
Durante trattamenti prolungati con diclofenac, effettuare regolari controlli della funzionalità epatica.
Se i parametri anormali della funzionalità epatica persistono o peggiorano, se si sviluppano segni clinici o sintomi consistenti di epatopatia, o se si verificano altre manifestazioni, interrompere il trattamento con diclofenac.
Un'epatite con l'uso di diclofenac può verificarsi senza sintomi prodromici.
Particolare cautela nei pazienti con porfiria epatica, in quanto potrebbe scatenare un attacco.
Poichè sono stati riportati ritenzione di fluidi ed edema, particolare cautela in caso di insufficienza cardiaca o renale, storia di ipertensione, negli anziani, in pazienti in trattamento concomitante con diuretici o con medicinali che possano influire significativamente sulla funzionalità renale e in quei pazienti con una sostanziale deplezione del volume extracellulare dovuta a qualsiasi causa, per es. prima o dopo interventi chirurgici maggiori.
In tali casi, quando si somministra diclofenac si raccomanda per precauzione il monitoraggio della funzionalità renale. L'interruzione della terapia è normalmente seguita da un ritorno alle condizioni pre-trattamento.
Riportate molto raramente gravi reazioni cutanee, alcune delle quali fatali.
Nelle prime fasi i pazienti sembrano essere a più alto rischio per queste reazioni; l'insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese. Interrompere farmaco alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.
Nei pazienti con lupus eritematoso sistemico e disturbi misti del tessuto connettivo può esistere un maggior rischio di meningite asettica.
Necessarie un adeguato monitoraggio ed opportune istruzioni nei pazienti con una storia di ipertensione e/o insufficienza cardiaca congestizia lieve poichè sono stati riscontrati ritenzione di liquidi ed edema.
Sperimentazioni cliniche e dati epidemiologici indicano in modo coerente un lieve aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi associati all'uso di diclofenac, soprattutto ad alte dosi (150 mg/die) e al trattamento a lungo termine.
I pazienti che presentano significativi fattori di rischio per gli eventi cardiovascolari devono essere trattati con diclofenac solo dopo attenta considerazione. Dato che i rischi cardiovascolari del diclo fenac possono aumentare con la dose e la durata dell'esposizione, si deve usare la minima dose giornaliera efficace per la minima durata possibile. La risposta alla terapia e la necessità del miglioramento dei sintomi devono essere rivalutate periodicamente.
In pazienti con asma , rinite allergica stagionale, rigonfiamento della mucosa nasale, malattie polmonari ostruttive croniche o infezioni croniche del tratto respiratorio, reazioni ai FANS quali esacerbazioni dell'asma, edema di Quincke o orticaria, sono più frequenti che in altri pazienti.
Si raccomanda pertanto speciale precauzione in tali pazienti.
Questo vale anche per i pazienti allergici ad altre sostanze, per es. con reazioni cutanee, prurito o orticaria.
Come altri farmaci che inibiscono l'attività della prostaglandina sintetasi, diclofenac epolamina e altri FANS possono precipitare il broncospasmo, se somministrati a pazienti che ne soffrono o con anamnesi pregressa di asma bronchiale.
Effetti ematologici.
Il farmaco è destinato all'uso a breve termine.
Durante il trattamento prolungato con diclofenac si raccomanda il monitoraggio della conta ematica.
Come altri FANS, diclofenac può inibire temporaneamente l'aggregazione piastrinica.
I pazienti con difetti dell'emostasi, di atesi emorragica o anomalie ematologiche devono essere attentamente monitorati.
Altre informazioni.
Il farmaco contiene sorbitolo.
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale.

Gravidanza e allattamento:

L'inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell'1% fino a circa l'1,5%. E' stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrio-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori della sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, il diclofenac non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se il diclofenac è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza , la dose deve essere mantenuta più bassa possibile e la durata del trattamento più breve possibile. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a :
- tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
- disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios;
la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a :
- possibile prolungamento del tempo di sanguinamento ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;
- inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Conseguentemente, il diclofenac è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza. Come altri FANS, il diclofenac passa nel latte materno in piccole quantità. Pertanto, il diclofenac non deve essere somministrato durante l'allattamento per evitare effetti indesiderati nel lattante. Come per altri FANS, l'uso di diclofenac può alterare la fertilità femminile e non è raccomandato in donne che desiderino concepire. Deve es sere considerata la sospensione di diclofenac in donne che abbiano difficoltà di concepimento o che siano sottoposte ad accertamenti sull'infertilità.

Interazioni:

Le seguenti interazioni comprendono quelle osservate con altre forme farmaceutiche di diclofenac.
Digossina, fenitoina, litio: l'uso concomitante di questo farmaco e digossina, fenitoina o litio può aumentare la concentrazione di questi medicinali nel sangue.
E' necessario monitorare la concentrazione sierica di litio.
Si raccomanda il monitoraggio delle concentrazioni sieriche di digossina e di fenitoina.
Diuretici e agenti antipertensivi: come per altri FANS, l'uso concomitante di diclofenac con diuretici o antipertensivi (ad es. beta-bloccanti, inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina [ACE]) può causare una riduzione del loro effetto antipertensivo.
Pertanto, l'associazione deve essere somministrata con cautela e nei pazienti, in particolare negli anziani, deve essere monitorata periodicamente la pressione arteriosa.
I pazienti devono essere idratati adeguatamente e si deve prendere in considerazione il monitoraggio della funzionalità renale dopo l'inizio della terapia concomitante e successivamente a scadenza periodica, in particolare per diuretici e ACE inibitori, a causa del maggior rischio di nefrotossicità.
Il trattamento concomitante con farmaci risparmiatori di potassio può essere associato a un aumento dei livelli di potassio sierico, che pertanto deve essere monitorato di frequente.
Altri FANS compresi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2 e i corticosteroidi: la somministrazione concomitante di diclofenac e altri FANS sistemici o corticosteroidi può aumentare la frequenza di effetti indesiderati gastrointestinali quali ulcere o sanguinamento gastrointestinali.
Anticoagulanti e agenti antipiastrinici: si raccomanda cautela poichè la somministrazione concomitante potrebbe aumentare il rischio di sanguinamento (vedere paragrafo 4.4).
Sebbene indagini cliniche non sembrino indicare che diclofenac influisca sull'azione degli anticoagulanti, ci sono segnalazioni di un aumentato rischio di emorragia nei pazienti trattati con diclofenac in concomitanza con anticoagulanti.
Si raccomanda pertanto un attento monitoraggio di tali pazienti.
Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI): la somministrazione concomitante di FANS sistemici, compreso diclofenac, e SSRI può aumentare il rischio di sanguinamento gastrointestinale.
Antidiabetici: gli studi clinici hanno mostrato che diclofenac può essere somministrato insieme agli antidiabetici orali senza influenzarne l'effetto clinico.
Sono stati tuttavia segnalati casi isolati di effetti ipoglicemici e iperglicemici che hanno reso necessarie variazioni del dosaggio degli antidiabetici durante il trattamento con diclofenac.
Per questo motivo, si raccomanda il monitoraggio del livello di glucosio ematico come misura precauzionale durante la terapia concomitante.
Metotressato: diclofenac può inibire la clearance renale tubulare di metotressato, aumentando così i livelli di quest'ultimo.
Si raccomanda cautela quando i FANS, compreso diclofenac, sono somministrati meno di 24 ore prima o dopo il trattamento con metotressato, poichè le concentrazioni ematiche di metotressato e la tossicità di questa sostanza possono aumentare.
Tacrolimus: i farmaci antinfiammatori non steroidei (come diclofenac) possono aumentare la tossicità renale di tacrolimus.
Ciclosporina: diclofenac, come altri FANS, può aumentare la nefrotossicità della ciclosporina a causa dell'effetto sulle prostaglandine renali.
Pertanto, deve essere somministrato a dosi inferiori rispetto a quelle che verrebbero utilizzate nei pazienti non trattati con ciclosporina.
Antibatterici chinolonici: sono stati segnalati casi isolati di convulsioni, che potrebbero essere dovuti all'uso concomitante di chinoloni e FANS.
Colestipolo e colestiramina: questi farmaci possono indurre un ritardo o una diminuzione dell'assorbimento di diclofenac.
Pertanto, si raccomanda di somministrare diclofenac almeno un' ora prima o 4-6 ore dopo la somministrazione di colestipolo/colestiramina.
Glicosidi cardiaci: l'uso concomitante di glicosidi cardiaci e FA NS nei pazienti può esacerbare l'insufficienza cardiaca, ridurre il filtrato glomerulare renale e aumentare i livelli plasmatici dei glicosidi.
Mifepristone: i FANS non devono essere usati per 8-12 giorni dopo la somministrazione di mifepristone perchè questi possono ridurne l' effetto.
Potenti inibitori del CYP2C9: si raccomanda cautela quando si prescrive diclofenac in concomitanza con potenti inibitori del CYP2C9 (quali probenecid, sulfinpirazone e voriconazolo) che potrebbero determinare un aumento significativo della concentrazione plasmatica di picco e dell'esposizione a diclofenac, a causa dell'inibizione del suo metabolismo.

Effetti indesiderati:

Gli eventi avversi più comunemente osservati riguardano il tratto gastrointestinale.
Potrebbero manifestarsi ulcere peptiche, perforazione o sanguinamento GI, talvolta fatali, in particolare negli anziani
Le reazioni avverse sono riportate in ordine di frequenza, le più frequenti per prime, utilizzando la seguente convenzione: molto comune: (>=1/ 10); comune (>=1/100, <1/10); non comune (>=1/1.000, <1/100); raro (>= 1/10,000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota: la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili.
Elenco delle reazioni avverse.Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto raro: trombocitopenia, leucopenia, pancitopenia, anemia (compresa anemia emolitica e aplastica), agranulocitosi.
Disturbi del sistema immunitario. Raro: ipersensibilità, reazioni anafilattiche e anafilattoidi (compresi ipotensione e shock) edema angioneurotico (compreso edema della faccia).
Disturbi psichiatrici. Molto raro: Disorientamento, depressione, insonnia, incubi, irritabilità, reazioni psicotiche.
Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, capogiri; raro: sonnolenza; molto raro: parestesia, compromissione della memoria, convulsioni, ansia, tremori, meningite asettica, alterazioni del gusto, accidenti cerebrovascolari.
Patologie dell'occhio. Molto raro: disturbi della visione, visione offuscata, diplopia.
Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: vertigini; Molto raro: tinnito, peggioramento dell'udito.
Patologie cardiache. Molto raro: palpitazioni, dolore toracico, insufficienza cardiaca, infarto miocardico.
Patologie vascolari. Molto raro: Ipertensione, vasculite.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Raro: asma (compresa dispnea); molto raro: polmonite.
Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, vomito, diarrea, dispepsia, dolore addominale, flatulenza, anoressia; raro: gastrite, emorragia gastrointestinale, ematemesi, diarrea emorragica, melena, ulcera gastrointestinale (con o senza sanguinamento o perforazione); molto raro: colite (comprese colite emorragica ed esacerbazione di colite ulcerativa o morbo di crohn), costipazione, stomatite (compresa stomatite ulcerosa), glossite, disturbi esofagei, stenosi intestinale diaframma-simile, pancreatite; non nota: colite ischemica.
Patologie epatobiliari.
Non comune: aumento del le transaminasi; raro: epatite, ittero; molto raro: insufficienza epatica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea, prurito; raro: orticaria; molto raro: eruzioni bollose, eczema, eritema, eritema multiforme, sindrome di stevens-johnson, necrolisi epidermica tossica (sindrome di lyell), dermatite esfoliativa, alopecia, reazione di fotosensibilità, porpora, porpora allergica.
Patologi e renali e urinarie. Molto raro: insufficienza renale acuta, ematuria, proteinuria, sindrome nefrotica, nefrite interstiziale, necrosi papillare renale.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Raro: edema.
Sperimentazioni cliniche e dati epidemiologici indicano in modo coerente un aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (ad esempio infarto miocardico od ictus) associati al l'uso di diclofenac, soprattutto ad alte dosi (150 mg/die) e al trattamento a lungo termine.
Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

Formato:

Confezione da 10 capsule molli.

044608053

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