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Antalgil 200 mg - 10 Compresse
Antalgil 200 mg Ibuprofene in compresse è utile nel trattamento sintomatico del dolore di varia origine e natura.
Antalgil 200 mg Ibuprofene in Compresse - Bugiardino
Cos'è Antalgil 200 mg Compresse:
Antalgil 200 mg Ibuprofene in compresse è un farmaco da banco utile nel trattamento sintomatico del dolore di varia origine e natura.
Cosa contiene Antalgil Compresse:
Ibuprofene 200 mg.
Eccipienti: Amido di mais, amido pregelatinizzato, ipromellosa, cellulosa microcristallina, sodio amido glicolato, silice precipitata, sodio laurilsolfato, E 104 lacca alluminio, E 110 lacca alluminio, titanio diossido, glicole propilenico, cera carnauba.
Indicazioni terapeutiche:
Trattamento sintomatico dei dolori di varia origine e natura (mal di testa, mal di denti, nevralgie, dolori mestruali, dolori osteoarticolari e muscolari).
Controindicazioni:
Bambini al di sotto dei 12 anni.
Ipersensibilità al principio attivo o ad altre sostanze strettamente correlate da un punto di vista chimico e/o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Storia di emorragia gastrointestinale o perforazione relativa a precedenti trattamenti attivi o sto ria di emorragia/ulcera peptica ricorrente (due o più episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento).
Ulcera gastro-duodenale attiva o altre gastropatie.
Insufficienza cardiaca severa (IV classe NYHA).
Ultimo trimestre di gravidanza e allattamento.
Grave insufficienza renale o epatica.
Posologia:
Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 1-2 compresse 2-3 volte al giorno.
Non superare la dose di 6 compresse al giorno.
Non superare le dosi consigliate.
Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi.
Questo medicinale è solo per l'uso a breve termine e non devono essere superati i 3 giorni di trattamento.
Se i sintomi persistono o peggiorano è necessario rivalutare il trattamento.
Se il farmaco è necessario per più di 3 giorni o se i sintomi peggiorano, o persistono, è necessario rivalutare la terapia.
Anziani: i FANS devono essere usati con particolare cautela nei pazienti anziani che sono piuù inclini a eventi avversi e sono ad aumentato rischio di emorragia gastrointestinale potenzialmente fatale , ulcerazione o perforazione.
Se il trattamento è considerato necessario deve essere usata la più bassa dose per la più breve durata necessaria per il controllo dei sintomi.
Il trattamento deve essere rivisto a intervalli regolari e interrotto se nessun beneficio è visto o se occorrono intolleranze.
Il farmaco è controindicato nei bambini di età inferiore ai 12 anni.
Insufficienza renale: nei pazienti con lieve o moderata riduzione della funzione renale, il dosaggio deve essere mantenuto il più basso possibile per la più breve durata necessaria a controllare i sintomi e la funzione renale deve essere monitorata.
Il medicinale è controindicato nei pazienti con grave insufficienza renale.
Insufficienza epatica: nei pazienti con lieve o moderata riduzione della funzionalità epatica, il dosaggio deve essere mantenuto il più basso possibile per la più breve durata necessaria a controllare i sintomi e la funzione epatica deve essere monitorata.
Il farmaco è controindicato nei pazienti con grave insufficienza epatica.
La compressa deve essere deglutita con un bicchiere d'acqua durante o dopo un pasto.
Avvertenze:
Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile che occorre per controllare i sintomi.
E' consigliabile assumere il farmaco a stomaco pieno.
In pazienti asmatici il prodotto deve essere utilizzato con cautela.
L'uso deve essere evitato in concomitanza di FANS inclusi gli inibitori selettivi della COX-2.
I pazienti anziani hanno un aumento della frequenza di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali.
Durante il trattamento sono state riportate emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione, che possono essere fatali.
Negli anziani e in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione, il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con dosi aumentate di FANS.
Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la più bassa dose disponibile.
L'uso concomitante di agenti protettori deve essere considerato per quest i pazienti e anche per pazienti che assumono basse dosi di aspirina o altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestestinali.
Pazienti con storia di tossicità gastrointestinale, in parti colare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo gastrointestinale in usuale in particolare nelle fasi iniziali del trattamento.
Cautela deve essere prestata ai pazienti che assumono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o emorragia, come corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o agenti antiaggreganti come l'aspirina.
Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale, il trattamento deve essere sospeso.
I FANS devono essere somministrati con cautela nei pazienti con una storia di malattia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) poichè tali condizioni possono essere esacerbate.
Occorre cautela nei pazienti con una storia di ipertensione e/o insufficienza cardiaca poichè, in associazione alla terapia con FANS, sono state riportate ritenzione idrica, ipertensione ed edema.
I FANS possono ridurre l'effetto dei diuretici, e di altri farmaci antiipertensivi.
L'uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2.400 mg/die), può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi.
In generale, gli studi epidemiologici non suggerisco no che basse dosi di ibuprofene siano associate ad un aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi.
I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (II-III classe NYHA), cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con ibuprofene soltanto dpo attenta considerazione e si devono evitare dosi elevate (2400 mg/die).
Attenta considerazione deve essere esercitata anche prima di avviare al trattamento a lungo termine i pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari, soprattutto se sono necessarie dosi elevate (2400 mg/die) di ibuprofene.
Gravi reazioni cutanee alcune delle quali fatali, includenti dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state riportate molto raramente.
Il trattamento deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.
Ibuprofene può causare la ritenzione di sodio, potassio e idrica in pazienti che non hanno mai sofferto di disturbi renali a causa dei suoi effetti sulla perfusione renale.
Ciò può causare edema o anche portare a insufficienza cardiaca o ipertensione in pazienti predisposti.
Ci sono state segnalazioni di nefrite interstiziale acuta con ematuria, proteinuria e sindrome nefrosica di tanto in tanto.
Casi di tossicità renale sono stati osservati anche in pazienti nei quali le prostaglandine giocano un ruolo compensatorio nel mantenimento della perfusione renale.
In questi pazienti, la somministrazione di FANS può causare una riduzione dose-dipendente della produzione di prostaglandine e, secondariamente, del flusso ematico renale, che può precipitare uno scompenso renale conclamato.
I pazienti a maggior rischio di soffrire di questa reazione sono quelli con disfunzione renale, insufficienza cardiaca, disfunzione epatica, quelli che assumono diuretici e ACE-inibitori e gli anziani.La sospensione del trattamento con FANS e' general mente seguita da recupero dello stato di pre-trattamento.
Broncospasmo , orticaria o angioedema possono precipitare in pazienti affetti da o con precedente storia di asma bronchiale, rinite cronica, sinusite, polipi nasali, adenoidi o malattie allergiche.
L'ibuprofene può mascherare i segni o sintomi di infezione (febbre, dolore e gonfiore).
Durante il lungo termine, può verificarsi l'uso di alte dosi di analgesici per le cefalee non trattate con dosi elevate del medicinale.
In general e, l'assunzione abituale di analgesici, in particolare l'uso in combinazione di diverse sostanze analgesiche, può provocare danno renale permanente e il rischio di insufficienza renale.
Durante il trattamento con ibuprofene, alcuni casi con sintomi di meningite asettica, come torcicollo, mal di testa, nausea, vomito, febbre o disorientamento sono stati osservati in pazienti con disturbi autoimmuni esistenti.
L'ibuprofene può inibire temporaneamente l'aggregazione piastrinica e prolungare il tempo di sanguinamento.
Pertanto, i pazienti con difetti della coagulazione o in terapia anticoagulante devono essere osservati attentamente.
In caso di trattamento a lungo termine con ibuprofene un monitoraggio periodico della funzionalità epatica e renale, nonchè l'emocromo è necessario, specialmente nei pazienti ad alto rischio.
Il consumo di alcol deve essere evitato in quanto può intensificare gli effetti collaterali dei FANS, soprattutto se colpisce il tratto gastrointestinale o il sistema nervoso centrale.
I pazienti trattati dovrebbero riferire segni o sintomi di ulcera gastro-intestinale o sanguinamento, visione offuscata o altri sintomi oculari, rash cutaneo, aumento di peso o edema.
L'uso del farmaco è sconsigliato nelle donne che intendano iniziare una gravidanza.
La somministrazione dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.
Negli adolescenti disidratati esiste il rischio di alterazione della funzionalità renale.
Interazioni:
L'uso concomitante di ibuprofene e le seguenti sostanze dovrebbe essere evitato.
Acido acetilsalicilico: la somministrazione concomitante non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento di effetti indesiderati.
Dati sperimentali suggeriscono che l'ibuprofene può inibire competitivamente l'effetto dell'acido acetilsalicilico a basse dosi sull'aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente.
Sebbene vi siano incertezze riguardanti l'estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l'uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l'effetto cardioprotettivo dell'acido acetilsalicilico a basse dosi.
Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene.
Altri FANS: l'uso concomitante di diversi FANS può aumentare il rischio di ulcere ed emorragie gastrointestinali.
La somministrazione concomitante di ibuprofene con altri FANS deve pertanto essere evitata.
Anti-coagulanti: i FANS possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti, come il warfarin o eparina.
In caso di trattamento concomitante, si raccomanda il monitoraggio dello stato della coagulazione.
Ticlopidina: i FANS non dovrebbero essere combinati con ticlopidina a causa di un rischio di un effetto additivo nella inibizione della funzione piastrinica.
Metotrexato: i FANS inibiscono la secrezione tubulare del metotrexato e alcune interazioni metaboliche possono verificarsi con conseguente ridotta clearance del metotrexato.
La somministrazione di Ibuprofene entro 24 ore prima o dopo la somministrazione di metotrexato può portare aduna elevata concentrazione di metotrexato e a un aumento dei suoi effetti tossici.
Pertanto, l'uso concomitante di FANS e alte dosi di metotrexato deve essere evitato.
Inoltre, il rischio potenziale di interazioni nel trattamento a basso dosaggio con metotrexato deve essere considerato, in particolare nei pazienti con funzione renale compromessa.
Nel trattamento combinato, la funzione renale deve essere monitorata.
Ibuprofene (come altri FANS) deve essere assunto con cautela in combinazione con le seguenti sostanze.
Moclobemide: aumenta l'effetto di ibuprofene .
Fenitoina, litio: la somministrazione concomitante di ibuprofene e fenitoina o preparazioni di litio può aumentare i livelli sierici di questi medicinali.
Controllo del livello di litio nel siero è necessario e si raccomanda di controllare i livelli sierici di fenitoina.
Glic osidicardiaci (ad esempio digossina): i FANS possono esacerbare l'insufficienza cardiaca, ridurre la velocità di filtrazione glomerulare e aumentare i livelli plasmatici dei glicosidi cardiaci.
Si raccomanda il monitoraggio della digossina sierica.
Diuretici e antipertensivi: diuretici e ACE-inibitori possono aumentare la nefrotossicità dei FANS. I FANS possono ridurre l'effetto dei diuretici e degli antipertensivi incluso ACE-inibitori e beta-bloccanti. Nei pazienti con ridotta funzionalità renale, l'uso concomitante di un ACE inibitore e di angiotensina II antagonista con un farmaco-inibizione della cicloossigenasi può portare a un ulteriore deterioramento della funzione renale che comprende una possibile insufficienza renale acuta, generalmente reversibile.
Tale combinazione deve quindi essere usata con cautela.
I pazienti devono essere istruiti a bere liquido sufficiente e monitoraggio periodico dei valori renali deve essere considerato per il tempo subito dopo l'inizio della terapia di combinazione.
La somministrazione concomitante di ibuprofene e diuretici risparmiatori di potassio o ACE-inibitori può causare iperkaliemia.
Un attento monitoraggio dei livelli di potassio è necessario.
Captopril: l'ibuprofene contrasta l'effetto del captopril di un aumento dell'escrezione di sodio.
Gli aminoglicosidi: i FANS possono rallentare l'eliminazione degli aminoglicosidi e aumentare la loro tossicità.
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRIs): aumento del rischio di sanguinamento gastrointestinale.
Ciclosporina: il rischio di danno renale da ciclosporina viene aumentato dalla somministrazione concomitante di alcuni FANS.
Questo effetto non può essere escluso per la combinazione di ciclosporina e ibuprofene.
Colestiramina: il concomitante trattamento con colestiramina e ibuprofene risulta in prolungato e ridotto assorbimento di ibuprofene.
I medicinali devono essere somministrati con almeno un intervallo di un'ora.
Tacrolimus: elevato rischio di nefrotossicità.
Zidovudina: ci sono evidenze di un aumentato rischio di emartrosi ed ematoma in pazienti emofiliaci HIV positivi che avevano ricevuto concomitante trattamento di zidovudina e ibuprofene.
Ci può essere un aumento del rischio di ematotossicità durante l'uso concomitante di zidovudina e FANS.
E' raccomandato un esame ematologico 1-2 settimane dopo aver iniziato l'uso insieme.
Ritonavir: può aumentare le concentrazioni plasmatiche di FANS.
Mifepristone: se i FANS sono utilizzati entro 8-12 giorni dopo la somministrazione di mifepristone possono ridurre l'effetto del mifepristone.
Probenecido sulfinpirazone: può causare un ritardo nell'eliminazione di ibuprofene.
L'azione uricosurica di queste sostanze è diminuita.
Antibiotici chinolonici: i pazienti che assumono FANS e chinoloni possono avere un aumentato rischio di convulsioni in via di sviluppo.
Sulfaniluree: i FANS possono aumentare l'effetto ipoglicemico delle sulfoniluree.
Nel caso di trattamento simultaneo, si raccomanda il monitoraggio dei livelli di glucosio nel sangue.
Corticosteroidi: aumento del rischio di ulcerazione o emorragia gastrointestinale.
Agenti anti- aggregazione piastrinica: aumentare il rischio di sanguinamento gastrointestinale.
Alcol, bifosfonati e oxpentifillina (pentoxyflline): può potenziare gli effetti collaterali gastrointestinali e il rischio di sanguinamento e ulcera.
Baclofen: elevata tossicità baclofen.
Effetti indesiderati:
I seguenti eventi avversi spontanei sono stati riportati con l'uso di ibuprofene compresse, e all'interno di ogni classe d'organo o sistema, sono raccolti per frequenza, utilizzando la seguente convenzione: molto comuni (>1/10); comuni (>1/100, < 1/100); non comuni (> 1/ 1,000, < 1/100); rari (>1/10,000, < 1/1,000); molto rari (<1/10,000), con l'inclusione di rapporti isolati
Gli effetti indesiderati sono per lo più dose-dipendente.
Specialmente il rischio per l'insorgenza di sanguinamento gastrointestinale dipende dal range di dosaggio e la durata del trattamento.
Altri fattori di rischio noti.
L'uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2400 mg/die), può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi.
Edema, ipertensione e insufficienza cardiaca, sono stati riportati in associazione con trattamento con FANS.
Esami di laboratorio; raro: aumento di azotemia, transaminasi sieriche e della fosfatasi alcalina, diminuzione dei valori di emoglobina e dell'ematocrito, inibizione dell'aggregazione piastrinica, prolungamento del tempo di sanguinamento, diminuzione del calcio sierico, aumento di acido urico sierico.
Patologie cardiache; molto rari: palpitazioni, insufficienza cardiaca, infarto del miocardio, edema polmonare acuto, edema.
Patologie del sistema emolinfopoietico; molto rari: disturbi ematopoietici. I primi sintomi o segni possono includere: febbre, mal di gola, ulcere della bocca superficiale, sintomi simil-influenzali, grave affaticamento, sanguinamento nasale e pelle.
Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, sonnolenza, vertigini, stanchezza, agitazione, insonnia, irritabilità; molto raro: meningite asettica.
Patologie dell'occhio. Non comune: disturbi visivi; raro: ambliopia tossica.
Patologie dell'orecchio e del labirinto; molto rari : tinnito.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche; non comuni: rinite, broncospasmo.
Patologie gastrointestinali. Molto comune: disturbi gastrointestinali, come bruciore di stomaco, dispepsia, dolore addominale e nausea, vomito, flatulenza, diarrea, costipazione; comuni: ulcere gastrointestinali, talvolta con emorragia e perforazione, perdita di sangue occulto, che può portare ad anemia, melena, ematemesi, stomatite ulcerosa, colite, esacerbazione di malattia infiammatoria intestinale, complicazioni di diverticoli del colon (perforazione, fistola); non comune: gastrite; molto raro: esofagite, pancreatite, stenosi intestinali.
Patologie renali e urinarie. Non comuni: sviluppo di edema soprattutto nei pazienti con ipertensione arteriosa o insufficienza renale, sindrome nefrosica, nefrite interstiziale che può essere associata a insufficienza renale; molto raro: necrosi papillare renale in uso a lungo termine.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo . Non comuni: fotosensibilità; molto rari: gravi forme di reazioni cutanee (eritema multiforme, dermatite esfoliativa, reazioni bollose inclusa la sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica, alopecia, fascite necrotizzante); non nota: reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (sindrome DRESS).
Disturbi vascolari; molto raro: ipertensione.
Disturbi del sistema immunitario. Non comuni: reazioni di ipersensibilità quali orticaria, prurito, porpora edesante ma così come attacchi d'asma (talvolta con ipotensione); rare: la sindrome lupus eritematoso; molto rari: gravi reazioni di ipersensibilità. I sintomi possono includere: edema facciale, gonfiore della lingua, della laringe interna, gonfiore con la costrizione delle vie aeree, dispnea, tachicardia, caduta della pressione arteriosa fino al punto di shock pericolo di vita.
Alterazioni del sistema epatobiliare; molto rari: disfunzione epatica, danni al fegato, soprattutto in uso a lungo termine, insufficienza epatica, epatite acuta, ittero.
Disturbi psichiatrici; rari: depressione, confusione, allucinazioni. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta.
Gravidanza e allattamento:
L'inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.
Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza.
Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, il farmaco non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari.
Se il medicinale è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: tossicità cardiopolmonare; disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse; inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.
Conseguentemente il farmaco è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
E' da sconsigliare inoltre l'uso del prodotto durante l'allattamento.
Ibuprofene viene escreto nel latte materno, ma alle dosi terapeutiche durante il trattamento a breve termine, il rischio di influenza sul neonato sembra improbabile.
Se, invece, il trattamento è a più lungo termine, lo svezzamento precoce dovrebbe essere considerato.
Vi è qualche evidenza che i medicinali che inibiscono la ciclo-ossigenasi/sintesi prostaglandine possono causare compromissione della fertilità femminile per effetto sull'ovulazione.
Questo è reversibile con la sospensione del trattamento.
Formato:
Confezione da 10 compresse.