L'olio di palma fa male alla salute? Ecco i risultati di una ricerca della Societa italiana di Diabetologia
Olio di palma: fa male alla salute? E quanto la sua produzione danneggia l'ambiente?
Olio di palma e diabete
L'olio di palma contiene grassi nocivi che agiscono sulle cellule beta del pancreas favorendo l'insorgenza del diabete. Non si tratta di una valutazione fatta con leggerezza, ma di una ricerca dell'Università di Bari portata avanti da Francesco Giorgino, esperto di Endicronologia e Malattie del Metabolismo, che in collaborazione con le Università di Pisa e Padova ha studiato gli effetti negativi del palmitato, un derivato dell'olio di palma presente in misura minore anche in burro e formaggi.
Secondo i ricercatori una quantità eccessiva di palmitato può provocare la morte delle cellule pancreatiche che producono l'insulina, l'ormone che permette il passaggio del glucosio (zucchero) dal sangue alle cellule. Responsabile di tutto ciò la proteina p66Shc, che induce lo stress ossidativo a carico delle cellule e favorisce l'iperglicemia nei diabetici.
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si esprime in maniera sfavorevole sull'olio di palma, dichiarando che il suo consumo contribuisce a un maggiore rischio di malattie cardiovascolari.
Il Comitato di promozione dell'olio di palma malese (Malaysian Palm Oil Promotion Council) sostiene invece il contrario: l'olio di palma ridurrebbe il colesterolo cattivo (LDL), favorendo l'aumento del colesterolo buono (HDL) e le ricerche che continuano a essere portate avanti non hanno quella solidità scientifica capace di dimostrare il contrario.
Olio di palma e ambiente
L'idea che olio di palma possa essere dannoso per la salute è frutto continuo di ricerche da parte di medici e nutrizionisti, che ognuno può ritenere valide o meno, ma di una cosa siamo certi: la richiesta massiva di olio di palma da parte delle grandi industrie alimentari, cosmetiche e saponifere è la causa di problemi ambientali piuttosto importanti che conducono a danni irreversibili. La palma (Elaeis guineensis) è coltivata soprattutto in Malesia e in Indonesia che da sole producono l'87% dell'olio di palma utilizzato nel mondo. La produzione di olio di palma è responsabile della distruzione di foreste tropicali tra cui la foresta di Sumatra, in Indonesia, popolata da diversi esemplari di animali come oranghi, elefanti, tigri e rinoceronti, che negli ultimi anni sono diminuiti vistosamente proprio a causa della deforestazione attuata per incrementare le coltivazioni. Secondo una ricerca del WWF solo 50 anni fa l'82% del territorio indonesiano era coperto da foreste, nel giro di trent'anni la loro presenza è quasi dimezzata e si stima che nel 2020 tutte le foreste dell'Indonesia verranno distrutte in maniera definitiva e con loro anche un complesso e meraviglioso sistema naturale di biodiversità che rende possibile la sopravvivenza delle popolazioni locali. La richiesta del WWF e di molte organizzazioni a difesa dell'ambiente non è quella di eliminare totalmente l'olio di palma, ma di rendere la sua produzione sostenibile e invitare le industrie che ne fanno uso a scegliere, appunto, soltanto olio di palma certificato secondo i criteri di sostenibilità definiti dalla Roundtable on Sustainable Palm Oil (tavola rotonda sull'olio di palma sostenibile).
Olio di palma: cosa ci riserva il futuro?
L'attenzione all'alimentazione è un fenomeno cresciuto negli ultimi anni in maniera quasi esponenziale. La paura crescente delle malattie ha portato l'individuo a porre l'accento sulla qualità della vita, in particolar modo sulla sana e corretta alimentazione. Il tema affrontato in questo articolo ci porta a riflettere su quanto sia cresciuta la richiesta di cibo e quindi anche di prodotti facilmente reperibili e a basso costo come l'olio di palma. Non vogliamo essere giudici di nessuno e non ci piace trovare colpevoli e additarli come tali, ma è più che mai doveroso trovare un compromesso tra salute, alimentazione, natura, sostenibilità e economia. Decidere di non acquistare prodotti contenenti olio di palma può essere un primo passo per incentivare le aziende ad adottare un filosofia diversa, che non faccia del profitto l'unico guadagno, ma consideri l'uomo e l'ambiente naturale gli aspetti fondamentali senza cui tale guadagno non avrebbe più alcuna ragione di esistere.
0 commenti