Coronavirus: settembre e la paura di una seconda ondata
Le notizie delle ultime settimane evidenziano un forte aumento dei contagi da Coronavirus nel nostro paese e in Europa. Per l’autunno si prevede una temuta seconda ondata, siamo pronti ad affrontarla?
L’autunno si avvicina a grandi passi e il timore di una seconda ondata di Coronavirus incombe. Per cercare di fronteggiarla e se possibile prevenirla sono stati disposti tamponi a tappeto sulle persone di rientro dall’estero e da alcune aree geografiche in cui sono presenti nuovi focolai. In questo momento così delicato la scienza ci implora di avere fiducia nell’efficacia di una prassi preventiva – indossare la mascherina, igienizzare le mani, il distanziamento fisico – nonostante non ci siano ancora certezze riguardanti i contagi.
Covid-19: in autunno ci sarà una seconda ondata?
Le domande che affliggono ognuno di noi circa questa seconda ondata di Coronavirus sono davvero tante: come andrà in autunno? la scuola è un pericolo per i nostri bambini? Qual è la natura dell’immunità fornita da un futuro vaccino, e quanto durerà? Chi è già stato contagiato potrà di nuovo rischiare di contrarre il COVID-19?
Dare una risposta a queste spinose domande non è affato semplice. A livello epidemiologico i dati disponibili attualmente ci dicono che l’epidemia è in corso, in Italia e nel mondo. Che il virus Sars-Cov-2 continuasse a circolare c'era da aspettarselo in quanto proprio per la sua natura virale ha come solo e unico obiettivo quello di infettare il maggior numero di persone possibili per sopravvivere, sperare che il caldo e l'estate lo avrebbero portato a ritirarsi era semplicemente illusorio.
Non ha senso, quindi, prendere una posizione e schierarsi tra coloro che dicono che il virus non è più pericoloso o tra coloro che temono che tornerà più forte e devastante di prima. Al momento non abbiamo argomentazioni scientifiche che sappiano dissipare tutti i nostri dubbi, quindi dobbiamo utilizzare il nostro buon senso e le uniche certezze di cui siamo in possesso: indossare la mascherina chirurgica in modo corretto ci protegge dal contagio e l’utilizzo di soluzioni alcoliche per l’igiene personale e domestica uccide il virus.
Seconda ondata COVID-19: quali sono le persone più a rischio?
L’abbassamento dell’età media dei contagiati in questo ultimo periodo ci fanno temere il peggio, che il virus tornerà mutato e presumibilmente più forte di prima. Purtroppo anche in questo caso scienziati e virologi non sanno ancora fornirci certezze a causa delle nette differenze riportare dalle esperienze di chi ha contratto il COVID-19. Alcune persone non sviluppano mai i sintomi, mentre altre, non necessariamente anziani e malati ma anche apparentemente sani, hanno sviluppato una polmonite grave e in alcuni casi addirittura fatale. Purtroppo non sappiamo nemmeno quali danni sia in grado di provocare il virus a lungo termine, non solo ai polmoni ma anche al cervello, perché per avere dati scientifici serve molto più tempo. Anche in questo caso non ci resta che partire da un dato di fatto, in questo momento il virus sta colpendo una popolazione diversa rispetto alla prima ondata, interessando anche giovani ragazzi e bambini che nella stragrande maggioranza non presentano sintomi. Purtroppo i giovani e i giovanissimi possono rappresentare un “pericolo” ovvero una fonte di contagio per le persione più fragili come ad esempio per i nonni. Quindi se facciamo riferimento ad una “seconda ondata di Coronavirus” pensando non solo alle infezioni ma ad un elevato numero di ricoveri in terapia intensiva, l’unica soluzione rimane il senso civico ed il buon senso rispettando le solite regole: mascherine, distanziamento e igiene.
Covid-19: vaccini e immunità
L’unica via d’uscita dalla pandemia potrebbe essere lo sviluppo di un vaccino, ma la momento non ci sono certezze sul fatto che questo ci aiuti davvero a bloccare la diffusione del virus. Sono circa 200 i vaccini attualmente in via di sviluppo, alcuni dei quali con studi clinici sull’uomo. Ma il vaccino ci proteggerà dalle malattie gravi o aiuterà a contrastare la diffusione del virus? Gli immunologi stanno lavorando per rispondere a questo quesito cercando di determinare con certezza l’immunità garantita e soprattutto quanto tempo può durare. Non ci sono ancora certezze in merito, la risposta immunitaria dell’organismo umano al virus è uno dei grandi interrogativi che ci presenta questo virus. Non sappiamo ancora determinare se gli anticorpi prodotti dall’organismo contro il virus sono protettivi in caso di reinfezione e se sì per quanto tempo. Purtroppo l’incognita di possibili reinfezioni getta un ombra sulla speranza di debellare il Covid-19 e se così fosse il vaccino potrebbe non essere la panacea di tutti i mali.
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